Canale televisivo TELEPACE TRENTO racconta la storia di Padre Basilio Martinelli

TELEPACE TRENTO, attraverso testimonianze e dichiarazioni, presenta un po’ della storia del venerabile Padre Basilio.

 


Il 16 gennaio 2024 celebriamo, riconoscenti al Signore, 252 anni della nascita del Venerabile Servo di Dio P. Antonio Angelo Cavanis

Per noi, religiosi e laici Cavanis, ricordare P. Antonio significa
attingere ad un patrimonio spirituale di santità e esempi eroici di virtù che costituiscono la nostra eredità più preziosa. 

Insieme al fratello Marco, Padre Antonio ha dato vita all’Istituto Cavanis
perché i bambini, i ragazzi e i giovani di quel tempo, ma anche dell’avvenire, avessero la possibilità di una vita migliore, sostenuti da un singolare progetto educativo di accoglienza, promozione e tutela dei loro diritti fondamentali, iniziato da loro e portato avanti dai suoi figli spirituali.

Sappiamo tutti il quanto sia vitale per la nostra Congregazione
interpretare e assimilare l’intuizione di P. Antonio affinché il Carisma Cavanis continue suscitando l’entusiasmo e la passione che distinguono i Cavanis come educatori della mente de del cuore, decisi ad “essere più padri che
maestri della povera gioventù dispersa”. 

P. Edmilson Mendes, CSCh – Postulatore generale e Equipe.


POSSAGNO-TV: Ricordando Padre Basilio Martinelli a 150 anni dalla sua nascita

Come previsto nel programma dell’anno giubilare di P. Basilio Martinelli (150° anniversario della sua nascita - 1872-2022), la Postulazione generale Cavanis, invita l’intera Congregazione delle Scuole di Carità (con i suoi religiosi e laici collaboratori impegnati nella missione educativa) a partecipare del Triduo indetto in occasione del Dies natalis (nascita al cielo) del venerabile Servo di Dio e che si concluderà con la presenza del Vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi che presiederà alle ore 10,30 del 16 marzo 2023, una solenne liturgia eucaristica di ringraziamento per la vita di P. Basilio nella Chiesetta del Collegio dove riposa il venerabile padre Basilio a Possagno, TV. 


PADRE ANTONIO CAVANIS

Antonio Angelo fu il primo dei fratelli Cavanis a entrare nella carriera dei segretari mentre il fratello Marco attendeva a completare gli studi.
Dopo le prime esperienze dell'impiego avvertì forte il desiderio di farsi religioso, ma i genitori si opposero decisamente. Nella sofferenza di quegli anni - forse tre o anche di più - il Servo di Dio non venne mai meno al rispetto verso i genitori, e trovò conforto e aiuto nella preghiera e nel consiglio. Solo dopo la morte del padre, nel 1794 poté lasciare l'impiego e farsi sacerdote. Riceveva l'ordinazione il 21 marzo 1795, formulando il proposito di essere soltanto e tutto a disposizione di Dio.
La sua vita sacerdotale ci appare intensamente occupata fra iniziative di studio e attività di ministero, come predicazione, catechismi, confessioni, ecc.
E fu proprio confessando nell'ospedale degli incurabili che, nel 1809, contrasse la terribile malattia delle convulsioni, che lo tormentò poi per tutto il restante della vita, dandogli occasione di mostrare straordinario esempio di pazienza e serenità di spirito nella accettazione della volontà divina.

DA LEGGERE: "LINEE GUIDA DI SPIRITUALITÀ NELLA
VITA DI PADRE ANTONIO CAVANIS" 

*Queste “linee guida” sono tratte da alcuni scritti giovanili ed
inediti di P. Antonio Angelo Cavanis (1772 – 1858).


GIUBILEO DI PADRE BASILIO MARTINELLI

Il 27 dicembre 2022 siamo entrati nel 150° anno della nascita di P. Basilio Martinelli, religioso Cavanis, nato nel paese di Calceranica (Trento) e morto a Possagno (Treviso). P. Basilio è il terzo Venerabile dell’Istituto Cavanis e il primo dopo i Fondatori, P. Antonio e P. Marco Cavanis. Lodiamo riconoscenti il Signore, Padre buono, per la sua vicinanza provvidente alla nostra Congregazione
delle Scuole di Carità e per donarci, come esempio e modello di vita
religiosa e obbedienza dinamica e silenziosa alla sua volontà, il venerabile
P. Basilio Martinelli. La sua “santità feriale” è stimolo, provocazione e profezia di nuove possibilità per il Carisma Cavanis. 
 

 

Il cercare quotidianamente di fare in tutto la volontà di Dio Padre,
attraverso l’ascesi, il silenzio, la preghiera e l’esercizio dell’umiltà, ha fatto di
P. Basilio un modello di vita religiosa e sacerdotale Cavanis, fedele e gioiosa, con forte appello vocazionale. 
Il linguaggio di santità, nella concretezza della realtà quotidiana della vita consacrata in comunità fraterne, esercita grande fascino, ha un forte richiamo vocazionale anche oggi, e costituisce un potente strumento di annunzio del Vangelo.  

 

Vogliamo celebrare quest’Anno giubilare di azione di grazie impegnandoci a praticare le virtù che hanno reso P. Basilio fedele nella missione e educativa e nel sacerdozio, attenti ai segni dei tempi e alle innumerevoli necessità e sfide che le famiglie, i bambini e i giovani devono affrontare ogni giorno, nei vari
contesti sociali e culturali dove la Provvidenza ci ha condotti.
   

 

L’esempio e intercessione di P. Basilio, aiutano a fare di quest’Anno giubilare un’esperienza di testimonianza e di animazione vocazionale all’interno della Congregazione. Nello stesso tempo l’Anno giubilare è un bell’omaggio al Venerabile P. Basilio, umile e fedele nella missione educativa e un grande incoraggiamento per i religiosi e i laici Cavanis a riscoprire la bellezza
della propria missione educativa. 

 


Postulazione generale Cavanis

COMPITO E MISSIONE

La Postulazione generale ha come compito principale insistere perché la Chiesa riconosca un Servo di Dio Beato e poi Santo. Deve fornire tutte le prove possibile affinché la Congregazione delle Cause dei Santi possa valutare la richiesta (postulazione) e prendere una decisione. E sappiamo tutti che la prova per eccellenza è un miracolo, avvenuto per l’intercessione del Servo di Dio presso il Signore. Il miracolo deve essere comprovatamene accertato e accolto dalla Chiesa come prova irrefutabile della loro intercessione. LEGGI PIÙ...


I FRATELLI CAVANIS...

Venezia, fine 1700. La situazione politica, economica, culturale e morale della gloriosa Repubblica di San Marco è allo sbando: l’aristocrazia e i ceti popolari, la città e l’entroterra sono finiti e sfiniti. La città agonizza e in vent’anni passerà da 145 mila abitanti a soli centomila; i poveri o meglio la “feccia della plebe”, come ricordava nel 1821 il Patriarca Pikler, erano nella sola città circa quaranta mila. I governanti di turno, francesi, austriaci, veneziani, annaspavano, dicevano qualche “verità” sulla situazione di Venezia semplicemente perché erano a corto di bugie e non era sufficiente per loro, come si diceva allora “voler cambiare il mondo… volevano perfino cambiare la Verità”. “L’educazione pubblica non conta un secolo più infelice di questo” diceva una Ordinanza del Governo Provvisorio del 1797, e dire che la “feccia della plebe” non poteva frequentare nemmeno le scuole di istruzione pubblica. Il clero diocesano di Venezia in quell’epoca è definito dal Patriarca Ludovico Flangini, nella sua lettera pastorale del 1802, come “pigro, ignorante, disorientato”, e indicava la depravazione e la sfrenata licenza come frutti funesti “dell’iniquità fondata sull’autorità”. Lo stesso Patriarca lodando l’opera dei religiosi Filippini e l’iniziativa delle missioni popolari nelle parrocchie, che cominciavano a dare buoni frutti, diceva che per la ricostruzione morale della città era “urgentissima opera l’educazione della gioventù”. CONTINUA...